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Patois francoprovençal valdôtain : la voce della Vallée d'Aoste

I valdostani imparano a scuola il francese e l'italiano, ma tra di loro parlano il patois francoprovençal.

Sin dall'antichità hanno convissuto in Vallée d'Aoste il francese, come lingua scritta, ed i vari idiomi francoprovençaux derivati dal latino, come lingue parlate.

Il francese divenne sola lingua ufficiale della Vallée d'Aoste nel 1561, imponendosi come lingua scritta accanto al latino.
Il binomio francese-francoprovençal rimase forte sino all'unificazione d'Italia, nel 1861, quando l'introduzione dell'italiano diede vita ad una nuova serie di rivendicazioni culturali, linguistiche e politiche.

Oggi, comunque, circa il 50% della Vallée d'Aoste parla il patois francoprovençal e si assiste all'uso di questo patois, seppur limitatamente e insieme al francese, in certe riviste e periodici quali "Le Flambeau", o "Les Cahiers du Ru".

Bisogna, comunque, tenere presente che in Vallée d'Aoste esiste una grandissima varietà di dialetti patois, che rende spesso difficile una classificazione precisa.

É possibile tracciare un confine tra la Haute Vallée e la Basse Vallée: nella prima il patois è fortemente influenzato da quelli savoyards e valaisans; nella seconda esistono aspetti più conservatori del patois, che però ha subito anche penetrazioni da parte del piemontese.

Ogni patois, comunque, ben connota l'origine dell'interlocutore essendo, così, prezioso strumento per leggere la cultura del territorio, gli aspetti della vita quotidiana, i racconti antichi e tutto quello che può sfuggire alla letteratura ufficiale.

Alcune particolarità del patois valdôtain rispetto al francese si possono ritrovare per esempio:

  • nell'accento tonico - in francese l'accento tonico cade sull'ultima sillaba delle parole, mentre il patois utilizza un'accentuazione che può variare ponendo l'accento sia sull'ultima sillaba, che sulla penultima (come avviene in italiano)

  • nella declinazione di nomi e aggettivi - esiste una doppia serie grammaticale di quei nomi che in latino appartenevano alla prima declinazione (rosa, ae)

Per quanto concerne l'ortografia tre sono le tappe importanti per il patois francoprovençal valdôtain :

  1. nel 1967 il primo volume del dizionario di patois valdôtain di Aimé Chenal e Raymond Vautherin

  2. negli anni '70 Joseph Henriet propone un sistema ortografico che miri a differenziare il patois valdôtain da quelli limitrofi, ma ha scarsa diffusione

  3. il lavoro congiunto del Centre d'Etudes Francoprovençales Réné Willien, di Saint-Nicolas, e del Bureau Régional pour l'Ethnologie et la Linguistique (B.R.E.L.) ha avanzato una proposta per un sistema ortografico che semplifichi al massimo la lettura e la scrittura, senza sacrificare le caratteristiche peculiari di ciascun patois.

Per un glossario francoprovençal in Vallé d'Aoste cliccare qui.

Il patois francoprovençal valdôtain è oggi senza dubbio fortemente minacciato dal progressivo e sempre maggiore utilizzo dell'italiano: nell'immediato futuro si scoprirà se la comunità valdostana sarà così tenace nell'uso del patois tanto da permettere un'inversione di tendenza.

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