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Prelibatezze d'autore! (di Maria Grazia Falcinelli)

Deleteri per la linea, un'estasi di irrinunciabile piacere per i golosi e i buongustai, eccellente antidoto alla malinconia, i peccati di gola sono, a giusto titolo, annoverati fra i vizi capitali.
L'arte pasticcera d'Oltralpe svela segreti e curiosità riguardanti alcuni dei fiori all'occhiello che deliziano i palati più esigenti che vale la pena di scoprire.

Indiscussa regina e leccornia adattabile ad ogni preparazione è la Crêpe. La sua storia s'intreccia con quella della Galette. Entrambe di origine antichissima, nate probabilmente nel 7000 a.C. dalla disattenzione di una massaia che inavvertitamente rovesciò della farinata su una pietra rovente accorgendosi che, una volta rappresa la pasta era soffice e facilmente manipolabile. L' introduzione del grano saraceno dai caratteristici chicchi scuri, importato dall'Asia trova nel fertile terreno in Bretagna, da sempre culla di questa ghiottoneria, il luogo ideale Le prime crepe e galette erano dunque preparate con pasta a base di grano saraceno ed acqua.
All'impasto originario di acqua e farina si aggiungeranno uova, latte e burro fuso. Le Crêpes nella forma attuale con farina di frumento fanno la loro comparsa solo all'inizio del secolo scorso. La sofficità è la loro prerogativa con la possibilità di gustarle con guarniture sia dolci che salate.
Una Crêpe va cotta sul Galéatoire, una spessa piastra circolare in ghisa cha va ben oliata, sulla quale si versa un cucchiaio di pastella spalmandola sulla superficie e girandola con la Tournette l'apposita spatola.

La più succulenta e rinomata è indubbiamente la Crêpe Suzette, flambée e caramellata, la cui origine risale alla fine del XIX secolo quando Eduardo VII, principe di Galles e futuro re d'Inghilterra, amante dei piaceri della buona tavola degustava le Crêpes preparategli dal giovane chef Henri Charpentier, divenuto in seguito uno dei più illustri nomi francesi negli Stati Uniti, che per prepararle utilizzava un fornelletto a gas.
Un giorno, dopo aver ultimato la preparazione delle Crêpes si versò dell'alcool sul piatto di portata. Subito una vigorosa fiammata avvolse la pila di crepe che s'imbevvero nel liquore. Senza perdersi d'animo il giovane chef le servì al sovrano spolverizzate di zucchero che, al contatto col liquore caramellò. Alla curiosità del principe rispose che si trattava solo di un'innovativa e personale maniera di servire il tipico dessert. Edoardo, lusingato, si rivolse ad una sua avvenente commensale, tale Suzette e chiese di ribattezzarla Crêpe Suzette in omaggio alla bellezza della dama. E così fu.

A contendersi la preferenza dei golosi a colpi di calorie e straordinario sapore è il mitico Croissant, dolce di pasta sfoglia dall'inconfondibile forma a mezzaluna. Il Croissant risale all'invasione Turca dell'Austria alla fine del XVII secolo. I fornai viennesi insospettiti da rumori sotterranei dei nemici che stavano scavando trincee, diedero l'allarme evitando il saccheggio della capitale austriaca e consentendo grazie all'aiuto dell'esercito del Re di Polonia la sconfitta degli Ottomani. Per celebrare il grande evento Re Giovanni III fece confezionare l'Hornchen in tedesco cornetto, con riferimento secondo alcuni alla mezzaluna che sovrastava l'elmo dei Turchi, secondo altri invece lo stesso simbolo disegnato sulla bandiera turca.
Un'altra traduzione narra invece che fu un tal Kolschinski un caffettiere viennese d'origine polacca, che avendo ricevuto come ricompensa per il coraggio dimostrato durante l'assedio turco dei sacchi di caffè decise di servire la bevanda alla principessa Maria Antonietta accompagnandola con il celebre dolce inventato per l'occasione. Fu proprio la regina Maria Antonietta ad introdurlo alla corte francese nel 1770. Il croissant con pasta sfoglia risale però solo al XIX secolo.

E come non ricordare in questa gustosa carrellata la Crema Chantilly a base di panna montata e zucchero vanigliato, soffice e spumosa adatta a decorare i più sofisticati dessert che si deve all'inventiva del celebre François Vatel, cuoco del principe di Condé che la propose per un fastoso ricevimento organizzato da Fouquet in onore di Luigi XIV nella cittadina Chantilly (Piccardia) dalla quale poi prenderà il nome.

Un altro trionfo di aromi è la Saint- honoré, una corona di bigné rivestiti di pasta brisée opera del pasticcere parigino Chiboust, così battezzata dal nome della celebre strada dove lo stesso aveva il proprio laboratorio.

Immortalata, resa celebre ed elevata al rango di sublime catalizzatore di ricordi del passato dal famoso romanziere Marcel Proust che intingendola nel té lasciava dispiegare un avvolgente universo parallelo di ricordi risvegliati proprio dal suo sapore è la Madeleine, dolce dall'inconfondibile forma di piccola conchiglia scanalata che nacque dall'ingegno e dall'audacia di una giovane pasticcera della Lorena Madeleine Paulmier che dovette improvvisare un dessert per un ricevimento organizzato a Re Stanislao dopo l'abbandono del cuoco di corte per un litigio. Da una sapiente mescolanza di uova, zucchero e farina aromatizzata dalla presenza delle mandorle viene fuori un piccolo capolavoro dalla pastosità regale che si scoglie in bocca e che in onore dell'inventrice fu chiamato appunto Madeleine.

Si dice che ne uccide più la gola che la spada… senza dover arrivare a tali estremismi, dopo una così deliziosa lettura l'acquolina in bocca e la corsa alla pasticceria più vicina, bilancia permettendo, è d'obbligo!

Maria Grazia Falcinelli

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