| Titolo: Tout est passé si viteAutore: Jean-Noël Pancrazi
 Edizioni: Gallimard
 Genere: romanzo
 "Tout est passé si vite", il titolo 
              del romanzo dell'autore francese, nato in Algeria, Jean-Noël 
              Pancrazi, che ha ricevuto nell'ottobre 2003 il Grand Prix 
              du Roman de l'Académie française. Autore di una dozzina di opere e assegnatario di svariati premi 
              tra cui il prix Médicis per il suo "Quartiers 
              d'hiver", Pancrazi crea il personaggio della scrittrice/editrice 
              Elisabeth che, condannata a morte sicura da un cancro in fase 
              terminale, vive una delle ultime serate mondane della sua vita, 
              riflettendo in maniera nostalgica sulla storia della casa editrice 
              per cui lavora.
 La voce narrante è quella di un amico e complice, scrittore 
              a sua volta.
 La sua voce accompagna la protagonista nel confronto con il mondo 
              letterario e delle case editrici parigine gestite dagli editori 
              della nuova generazione.
 Una generazione che sembra aver dimenticato i vecchi valori: 
              il rispetto assoluto per gli autori, i manoscritti, la lingua e 
              la professionalità degli scrittori. Una generazione che è 
              fatta di scoop, di saloni e di feste, quasi a ricordare una 'fiera 
              della vanità' parigina. Allora la scomparsa di Elisabeth diviene il simbolo dell'uscita 
              di scena di tutta una categoria di autori e letterati 
              che si sentono oramai fuori posto, di fronte ai nuovi managers 
              e nel nuovo contesto letterario. E così i personaggi creati da Elisabeth sono paragonati 
              ad "cette petite troupe ahurie, chavirée et triste, 
              pareille à celle d'une croisière déjà 
              finie, qui allait se séparer après une dernière 
              photo de groupe sur un quai et qui paraissait lui dire de loin:Tout 
              est passé si vite." Il romanzo ha il fascino di una canzone triste e dolce allo 
              stesso tempo e possiede un'accuratezza e un'attenzione 
              per le sfumature che ne fanno un'opera validissima. Come riporta lo stesso quotidiano francese Le Figaro:"Il 
              y a aussi une écriture d'une étonnante fluidité, 
              les mots qui s'enchaînent, s'acharnent et se complètent, 
              des presque synonymes qui se précisent l'un l'autre, s'aiguisent, 
              s'affûtent, comme pour aller au plus profond de la blessure."(Fonte Le Figaro littéraire - Pierre-Jean Rémy, 15/10/2003)
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